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Raccontate le favole ai bambini?

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Ricordo ancora come era bello ascoltare, prima di addormentarmi, quelle storielle che ti facevano sognare, andare in un mondo fatato, dove tutto era meraviglioso, dove nessuno soffriva, dove tutti i problemi alla fine si risolvevano. Insomma in quel mondo surreale che non esiste ma che in quel momento ti dava un senso di benessere perché le parole uscivano dalla bocca di quella persona di cui tanto ti fidavi: la mamma, il bene più prezioso che ogni figlio possa avere. Sentire quella voce che raccontava, la sua mimica che cambiava in base al personaggio creava quel rapporto di complicità così unico che avresti voluto non finisse mai, vincendo in tutti i modi il sonno che ad un certo punto sopravveniva inesorabilmente.

 

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Anche questo per me è un modo di educare, non serve solo parlare con i bambini, discutere delle varie problematiche, confrontandosi, chiarendo e dando loro il buon esempio, serve anche ritagliare un lasso di tempo giocando e partecipando al loro “mondo” calandosi nel loro fantastico spazio immaginario. E questo magico strumento per raccontare il mondo ed insegnare la morale ai piccoli è rappresentato proprio dalle favole, perché in ognuna di esse è contenuto un significato recondito che puoi capire solo con la maturità.

Inoltre leggere stimola la curiosità del bambino e invogliandolo a seguire il racconto, rendendolo accattivante, non facciamo altro che potenziare le sue capacità di attenzione. Gli studiosi dell’età infantile hanno provato che se il bambino viene stimolato alla lettura è più precoce nell’acquisizione del linguaggio, possiede un vocabolario più ricco e quindi si esprimerà meglio al momento di affrontare una discussione.

Quindi non facciamo mancare ai bambini questo strumento meraviglioso, non diamo loro un libro per intrattenerlo a guardare le figure, preparate la voce e leggendo loro trasformatevi pure diventando a volte mostri, streghe o lupi ma anche principesse, fate e quant’altro ci sia in questo mondo fantastico. Non preoccupatevi di fare le facce buffe o gesti strani con le mani, ma coinvolgeteli sempre di più…leggete, leggete, leggete. Non stancatevi mai!

Dessert veloce

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Vi è mai capitato di avere ospiti all’improvviso e di non avere il tempo per fare il dolce oppure non avete tutto in casa. Questo è il dolce giusto per tale occasione ed è anche molto veloce. Si tratta solo di fare la crema ed è subito pronto molto simile al tiramisù, da mettere in frigo. Comunque ideale in tutte le stagioni.

INGREDIENTI:

  • 500 ml di latte
  • 2 cucchiai colmi di amido di frumento
  • 5 cucchiai di zucchero
  • 2 tuorli
  • pavesini
  • 1 tazza di caffè
  • scaglie di cioccolata fondente

Preparare la crema: mettere i tuorli in un tegame alto e sbatterli con lo zucchero fino a formare una crema liscia, aggiungere l’amido e a poco a poco anche il latte a filo prestando attenzione a non formare grumi. Mettere una buccia di limone per aromatizzare e riscaldare il tutto fino a quando inizia a bollire, la crema sì fatta deve essere abbastanza densa.

Disporre su un vassoio con i bordi alti i pavesini bagnati nel caffè (vanno bene qualsiasi biscotti purché non siano troppo doppi, la particolarità dei pavesini è che si possono anche non bagnare in quanto si ammorbiscono con la crema, per cui è un dolce che andrebbe bene anche per i bambini)

Versare la crema sui biscotti e fare un secondo strato, consiglio di mettere la crema ancora calda in quanto si stende meglio, altrimenti se si raffredda diventa dura. Coprire con le scaglie di cioccolata fondente.

 

 

 

 

 

Obbligo dei vaccini

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Di certo non è un fatto nuovo, ne abbiamo sentito parlare anche troppo e se ne parla ancora perché come tutte le cose imposte ci vuole un po’ di tempo per digerirle. Il primo pensiero che mi passa per la mente è come siamo arrivati a questo punto? Qualcuno dice che questo enorme flusso di immigrati ha fatto ritornare alla luce malattie ormai da noi debellate da anni e quindi, non facendosi più l’immunizzazione per esse, i nostri bambini hanno cominciato ad ammalarsi perché non vaccinati per tali virus. Ma potrebbe essere pure perché molti genitori, non fidandosi più della qualità dei preparati usati per le vaccinazioni, non effettuano nemmeno quelle “cosiddette” obbligatorie. Di conseguenza abbiamo assistito non solo al ritorno di malattie come la meningite o il morbillo, di cui non si aveva menzione già da tanto tempo, ma anche ad alcuni decessi a causa di questo. A me verrebbe da aggiungere anche che sia colpa della falsa informazione che veicola sul web dove addirittura si può trovare scritto che le modificazioni nel tipo e nell’incremento dei vaccini inoculati contemporaneamente possano causare l’autismo. Ma questo secondo me si verifica nel caso in cui ci sia già qualche patologia di fondo nel bambino.

In realtà forse i casi più frequenti sono di  probabili reazioni allergiche che secondo me possono essere normali ed anche evitati facilmente perché sono anche la conseguenza della mancanza di controlli più accurati al momento della nascita. Io penso che prima di somministrare qualsiasi sostanza ad un neonato bisogna accertarsi che non ci siano altri problemi che possano provocare tali reazioni. Inoltre, per quanto ci sia l’obbligo di vaccinare i propri figli prima di mandarli a scuola, ci sono pure dei casi in cui si è esonerati: in primis, non si è obbligati se il bambino ha già fatto la malattia contro la quale doveva essere vaccinato, chiaramente va provato da un’attestazione del medico o del pediatra curante; in secondo luogo, qualora il vaccino stesso rappresenta un pericolo per la salute del bambino ed in questo caso si valuta caso per caso il rapporto rischi-benefici. Quindi mi sento di dare un consiglio obiettivo: cerchiamo di non mettere a rischio la salute di queste piccole creature innocenti, consultiamo solo siti accreditati, ma non per evitare la multa per aver mandato a scuola il figlio senza essere vaccinato, esclusivamente per proteggere i vostri ma anche i figli degli altri.

 

 

Pizza “ITALIA”

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INGREDIENTI:

  • 250 g. farina di grano tenero
  • 250 g. farina tipo manitoba
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 2 cucchiai di olio evo
  • 250 ml di acqua tiepida (indicativa)
  • 1 bustina di lievito di birra liofilizzato (più pratico perché a lunga scadenza)

Mescolare tutti insieme gli ingredienti e impastare energicamente il tutto in modo da ottenere un panetto morbido ed elastico. Il segreto dell’utilizzare la farina tipo manitoba sta proprio nella maggiore versatilità dell’impasto e per i tempi più brevi di lievitazione. Far lievitare in luogo caldo.

Con la quantità di impasto ottenuta si possono fare 2 pizze con 32 cm di diametro.

Per il condimento ho utilizzato dei peperoni verdi (consiglio la qualità “cornetti” perché più dolci), li ho tagliati a julienne e fatti appassire pochi minuti nel microonde (in alternativa anche nel forno), poi mozzarella e pomodorini a crudo tagliati a tocchetti.

Disporre i peperoni a raggiera sull’impasto e poi coprire con i tocchetti di mozzarella e pomodorini.

Spiegato subito il nome “ITALIA”, gli ingredienti del condimento rispettano i colori della nostra bandiera:

verde (peperone) – bianco (mozzarella) – rosso (pomodorini)

N.B.: chiaramente con la pizza si può spaziare molto con la fantasia nell’aggiunta degli ingredienti, ma anche nella presentazione!

Uso dello smartphone nelle scuole

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Visto che in questi giorni se ne è parlato tanto dell’eventuale introduzione, ovvero dell’utilizzo dello smartphone in classe a scopi didattici, visto che abbiamo sentito cosa ne pensano professori ed alunni, ma come tutte le cose si nota una netta divisione tra favorevoli e contrari, sarei curiosa di sapere il parere dei genitori che a quanto pare non sono stati presi in considerazione dalla stampa. Non è una novità il fatto che i ragazzi lo portino già in classe , vuoi per una tranquillità del genitore, vuoi perché ormai è di uso comune fin dall’adolescenza, anche se in alcune scuole c’è l’obbligo di consegnarlo ai professori perché considerato un mezzo di distrazione. La proposta del ministro Fedeli ha destato non poco scalpore suscitando molte opinioni a riguardo. C’è chi sostiene che potrebbe essere uno strumento utile di apprendimento, veicolando la formazione attraverso un mezzo già familiare ai giovanissimi, altri che possa essere, invece, fattore di distrazione degli studenti in un’età molto sensibile, altri ancora che ne possano rallentare i processi dello sviluppo della memoria. Ma dato che molte scuole sono dotate di lavagne elettroniche collegate ad internet che necessità c’è di questa riforma, secondo me non considerata prettamente necessaria. Una possibile soluzione potrebbe essere di dotare le classi di tablet comuni, senza applicazioni “social”, ma con dentro libri di testo e applicazioni per l’interazione con il docente in modo tale da  affiancare e potenziare la didattica tradizionale della scuola.

È chiaro che, qualora tale riforma dovesse essere approvata, dovrebbe essere ben regolamentata altrimenti se ne potrebbe fare un uso improprio, in quanto i giovani non sono in grado di autocontrollarsi.

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Elogio dell’imperfezione