POESIE

12.08.2023 – Terranova di Pollino

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Nel pomeriggio di ieri è stata presentata la raccolta delle poesie di Maria Rosaria Virgallita “Piccoli riverberi d’esistenza”

Nel leggere i pensieri di Maria Rosaria, mi piace definire così la poesia perché quando ognuno di noi scrive mette sempre qualcosa di sé, la voce dell’anima, ho trovato ricorrenti tre parole:

1) LA LUNA

2) IL BUIO, LA NOTTE (due facce della stessa medaglia)

3) LA SOLITUDINE

Forse sono quelle che mi hanno colpito di più perché trovo che hanno molto in comune, un concetto a me molto caro, la LIBERTÀ .

La luna che lassù nel cielo, sovrasta con la sua imponenza il buio della notte, per me denota libertà.

Così come chi sta bene con sé stesso, chi sa stare da solo, chi ama la solitudine, come diceva Schopenhauer, ama pure la libertà. “Perché si è liberi unicamente quando si è soli”….liberi di pensare, liberi di fare.

E la parola libertà mi fa pensare anche a Francesco. Io non lo conoscevo bene, quello che lui mi trasmetteva era il suo essere introverso, che sicuramente era una corazza, che scompariva quando cominciava a suonare, sembrava trasformarsi. Forse con la musica riusciva a sentirsi libero, libero di volare verso altre dimensioni. Quelle dimensioni che hanno ispirato le sue melodie, i suoi pensieri, che poi ha trasformato in testi musicali. Un segno tangibile del suo passaggio sulla terra che gli permetterà di non essere più dimenticato…perché lui vive e vivrà per sempre nella sua musica.

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A seguire il dialogo dell’autrice Maria Rosaria Virgallita con la sua relatrice Filomena Valicenti che ha evidenziato in primis le liriche dedicate all’amico Francesco, fonte di ispirazione non solo delle sue poesie ma dell’intera silloge.

Poi si è messo in risalto l’uso della tecnica dell’acrostico presente in molte liriche a cominciare da quella dedicata appunto a Terranova di Pollino, la sua terra di origine, fino ad arrivare a quella dedicata alla sua mamma Ester, momento di grande emozione per tutti. Nei versi di Maria Rosaria troveremo uno spaccato di vita vissuta, di presenze e assenze, di affetti familiari, di ricerche interiori a partire dal suo paese di origine, di aspetti introspettivi alla ricerca di sé. Ci si è chiesti del significato delle parole ricorrenti e quanto la rappresentino soprattutto la solitudine, la malinconia, il mare e la nebbia. Per concludere con un messaggio esplicito alle donne, che non vuole essere una sterile rivendicazione di ruoli, ma esclusivamente un inno dedicato a tutte le donne.

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L’intera discussione è stata impreziosita dalla lettura di alcune liriche da parte di due magistrali interpreti quali Lillina Altieri e Renzo Pagliaroto.

Inoltre si è alternato alla chitarra Giuseppe Di Taranto che ha mantenuto un flusso costante di emozioni facendoci ascoltare alcune canzoni di Francesco.

Una dolcissima finestra all’interno della manifestazione di TerranovArt.

Per concludere un immenso ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato all’ascolto e a chi ne ha curato la realizzazione.

 

 

ESSERE NON APPARIRE

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Un po’ così, cullarsi tra una splendida semplicità e un’essenza di dignità. In ogni occasione sfoggiare un sorriso che illumina il cuore.                                   Il motto sarà: distinguersi sempre, confondersi mai. Trasmettere sensibilità in un mare di indifferenza, sempre coerente con quello che pensa. Un essere speciale agli occhi amorevoli di chi gli sta vicino, trasmettere sempre sentimenti positivi. Non importa se non sempre sarai compresa,  l’importante è imparare a essere e non ad apparire, dare sempre per poter ricevere, meravigliarsi di ciò che ci circonda per poi stupire.  Insomma un contenitore di emozioni, che ti guarda e sorride con la tenerezza e lo sguardo da bambina.

 

 

OMAGGIO A ROCCO SCOTELLARO

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LA MIA BELLA PATRIA

Io sono un filo d’erba 

un filo d’erba che trema.

E la mia patria è dove l’erba trema.

Un alito può trapiantare il mio seme lontano.

Da questi versi traspare tutta la semplicità e l’umiltà dell’autore, l’amore per la sua patria, chi non è legato alla propria terra? Ma lui lo fece senza preclusioni, perché basta un soffio di vento per portare lontano i propri semi e farli germogliare altrove.

Un uomo con tanta voglia di fare, di dare al suo paese. Provo a immaginarlo come portavoce di quell’erba che trema, lui che si è battuto per migliorare le condizioni economiche-sociali della sua terra. Chi più di lui, che proveniva da una famiglia modesta, poteva comprendere al meglio la situazione sociale che vivevano all’epoca. Nella sua breve vita si è battuto contro le ingiustizie ed è stato sempre dalla parte dei più deboli.

In occasione della sua nascita, il 19 aprile scorso, giornata in cui hanno avuto inizio le manifestazioni per il suo centenario, circolava un video sui social. Mi hanno colpito le parole tratte da un racconto della sua mamma: “Appena nato era come se lo avessero avvolto in un velo, glielo tolsero, lo misero ad asciugare e il padre se lo mise nel portafoglio, perché dicono che chi nasce velato è fortunato.”

Beh! Non penso che abbia avuto tanta fortuna, morì giovanissimo, a soli 30 anni, in più, diventato sindaco all’età di 23 anni, ha subito l’accusa di peculato. Allora la pena era la reclusione e si fece 45 giorni di carcere, anche se poi la sua accusa fu riconosciuta infondata. Qualcuno disse che fu proprio il dolore per questa ingiustizia a spezzargli il cuore, facendolo morire di infarto.

Insomma non fu solo un politico, fece attività sindacale, ma fu anche uno scrittore. Ci ha lasciato tante poesie e racconti, anche se incompleti. La sua musa ispiratrice, Isabella Santangelo, morta qualche settimana fa, all’età di 98 anni, ha mantenuto fede alla sua promessa fatta quando lui lasciò la sua Tricarico per recarsi a Portici. Le disse: “Se non torno vestiti di nero e aspettami” , da allora lei lo aspettò, infatti non si sposerà mai.

Adesso io aspetto con molto interesse gli interventi dei nostri relatori per conoscerlo meglio con l’auspicio che il suo seme giunga a noi e possa germogliare in qualcosa di buono.

Concludo prendendo in prestito le parole di una cara amica “Senza il ricordo, senza la memoria noi saremmo nulla”

<< Il mio intervento al convegno in suo ricordo per il centenario – 20 maggio 2023 >>

A TUTTE LE MAMME


20230513_105058 “La mano che fa dondolare la culla

è la mano che regge il mondo.”

~ William Ross Wallace ~

CARE MAMME,

in questa giornata non c’è niente di meglio che dedicare due parole al posto dei fiori, le prime possono arrivare al cuore e restarci, i secondi appassiscono e poi…più nulla. Spero che queste parole arrivino soprattutto alle mamme del terzo millennio, coloro che hanno i figli in fase di crescita, in quella fase che si possono forgiare, plasmare uomini/donne affinchè siano fautori di un mondo migliore. Cercherò di essere breve, essenziale, come si dovrebbe essere con i giovani di oggi. Non servono sermoni, non servono prediche, servono valori.

Quei valori che i nostri genitori ci hanno instillato anche con il loro esempio, che ci hanno reso quello che siamo. Ci hanno insegnato che non si può ottenere sempre tutto, che salutare un adulto, un anziano per strada è una forma di rispetto, che aiutare e non deridere il diverso può farci sentire persone migliori. Non stancatevi mai, proprio come loro…date con amore…anche se sarete contestate, perché le vostre parole torneranno, al momento giusto. Quante volte lo abbiamo fatto noi, da ragazze, eppure quando ci vengono in mente quelle parole non possiamo negare di aver pensato più volte “quanto avevano ragione”….

Io ricordo sempre le parole del mio papà…”prima l’utile e poi il diletto”…perché la vita non si basa solo sul divertimento, per carità ci vuole pure, ma deve essere secondario alle cose primarie della vita. Se viviamo continuamente e costantemente nel divertimento, cosa costruiremo? Una vita spettacolare o una vita degna di una persona di valore? Ricordate poi che è soprattutto con l’esempio che si è più incisivi, perché per loro sarete sempre lo specchio dove si rivolgeranno, di conseguenza rifletteranno ciò che siete.

Non pensate che tutto sia inutile, tanto poi i ragazzi fanno come gli pare. Non sarà così, perché quando si è giovani si assorbe tutto come una spugna e dovete vedere come sarà bello rivedere voi nelle loro azioni. Se ciò accadrà significa che avete fatto un ottimo lavoro….

AL MIO PAPÀ

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Il mio primo amore…

ricordo me bambina quando venivo a spiare le lezioni ed ero gelosa che le tue attenzioni erano solo per quei ragazzi che volevano imparare a suonare. Quando ti arrabbiavi, non appena sbagliavano, e alzavi la voce con loro, per le steccate che prendevano, io scappavo a nascondermi. Anche io povero scricciolo avrei voluto imparare a suonare e qualcosa ho appreso, non sapevi di aver plasmato una spugna avida di sapere. E quando di nascosto ho poggiato la mia manina sulla tastiera e mi hai sentito, sei arrivato sorpreso, e subito volevi insegnarmi a usarle tutte e due. Ma io testona mi rifiutai, aver imparato a leggere il pentagramma, rubando le tue lezioni dietro la porta, per me era già una vittoria. Sei stato unico, non c’è nessuno al mondo che sia come te. Forse fisicamente qualcuno ti può somigliare ma il tuo essere non lo troveremo facilmente. Mi hai trasmesso i valori più importanti, ad essere onesta come te, ad essere rigida al punto giusto, amorevole verso chi soffre, a sorridere sempre anche se dentro stai soffrendo, a sprizzare allegria come solo tu sapevi fare. Ovunque andavi c’era armonia, portavi gioia, spensieratezza, eri un giocherellone e nessuno ha mai amato come hai fatto tu, per tutta la vita, fino all’ultimo respiro che non volevi perdere. Tant’è che te ne sei andato insieme a lei incurante di chi ancora aveva bisogno di te. Spero immensamente che qualcosa esista Lassù per poterci riabbracciare un giorno come non ho mai fatto prima. È stata dura senza di te ma piano piano ce l’ho fatta. Sei sempre nel mio cuore perché è difficile dimenticare una persona speciale come te, dolce e generosa con tutti….