Archivio Tag: cultura

Associazione AIDE del Pollino

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PER CHI VUOLE CONOSCERCI…..

AIDE Senior&Young del Pollino – Associazione culturale apartitica

La nostra associazione aderisce ad AIDE NAZIONALE con sede a Matera e svolge le proprie attività a favore della comunità e del bene comune in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, esclusivamente per fini di solidarietà e di utilità sociale.
▪︎Si cerca di promuovere attività finalizzate al benessere della famiglia, sia essa composta da anziani, giovani, donne, uomini e bambini, al fine di assicurare pari opportunità a tutti, favorendo gli scambi intergenerazionali.
▪︎Particolare attenzione sarà rivolta a iniziative di prevenzione, assistenza e volontariato, a favore di soggetti in difficoltà e disagio sociale.
▪︎Sostenere, inoltre, azioni atte a sensibilizzare alla prevenzione e alla difesa contro la violenza alle donne ed ai minori.
▪︎Trasmettere, infine, il senso di responsabilità verso il prossimo con un processo di inclusione di soggetti svantaggiati.

● Un occhio di riguardo lo dobbiamo anche al nostro territorio immerso nel Parco Nazionale del Pollino, patrimonio dell’Unesco dal 2017, con la promozione, la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente, con vari convegni tematici volti alla sostenibilità.
● Saranno programmati percorsi formativi extra-scolastici finalizzati alla prevenzione della dispersione scolastica, alla prevenzione del bullismo e a contrastare la povertà educativa.
● Puntiamo soprattutto a valorizzare, potenziare e mettere in risalto coloro che hanno delle capacità con un’unica ambizione: portare sviluppo e crescita nelle nostre piccole realtà. Sinceramente non siamo alla ricerca di cose spettacolari, non scomoderemo Hollywood per attirare la nostra attenzione, vogliamo portare qualcosa di nuovo alla solita routine paesana.
●  Per prima cosa vogliamo cercare di allontanare i giovani dalla tecnologia che di sicuro non li arricchisce, anzi toglie molto alla loro creatività, visto che facilita il copia/incolla.
●  Innanzitutto li coinvolgeremo nei laboratori teatrali, che metteremo in campo non appena si placherà l’emergenza. È importante stimolare il coinvolgimento dei giovani in tali attività perché oltre a favorire l’interazione con i vari gruppi di lavoro è importante anche per l’integrazione. Mentre per i più piccoli viene inquadrata come attività ludico-ricreativa per quelli più grandi può diventare occasione per acquisire competenze progettuali utili per un percorso formativo personale, cercando di imparare a gestire e comprendere meglio la differenza tra i tre livelli di comunicazione: verbale, paraverbale e non verbale.
● Tra le altre importanti attività si colloca il cineforum con eventuale dibattito. Lo scopo principale è quello di sensibilizzare i giovani nella discussione di tematiche attuali e abituarli ad un confronto costruttivo.
● Poi speriamo di far partire anche un salotto letterario per incentivare la lettura che da tempo è andata in disuso, magari programmando letture di gruppo. La lettura ad alta voce è una realtà di aggregazione ad alto impatto emotivo, ma anche una spinta in più per cercare di stimolare la discussione e la curiosità di apprendere cose nuove.

● Infine un altro obiettivo molto ambizioso è quello di far capire ai giovani l’importanza dell’essere, visto che lo status sociale attuale punta esclusivamente sull’immagine, come se l’aspetto esteriore svuoti quasi completamente l’interiorità umana, colpa dei vari social e degli influencer che spingono verso una cultura di mera apparenza. Tutto questo è estremamente negativo in quanto porta a delle dipendenze e trasgressioni “non sane” che possono trascinare i giovani in situazioni pericolose e persino in atti di violenza.
È molto difficile non lasciarsi trascinare da questo tipo di cultura, specialmente se si è molto fragili. Bisogna far capire loro che non esiste solo la bellezza, ma anche l’intelligenza, la simpatia, la generosità, la solidarietà…quindi cercare di trasmettere una comunicazione sana, far capire loro che non c’è bisogno di mettersi in mostra continuamente e che l’ostentazione è il linguaggio della mediocrità.
Questo è solo una piccola esposizione di ciò che la nostra associazione ha messo in programma…nell’attesa che l’emergenza finisca e che finalmente si possa tornare a fare eventi in presenza. Abbiamo optato di non fare eventi online perché si finisce con l’escludere una buona parte di persone non molto pratiche alla tecnologia e il fine esclusivo della nostra associazione è di essere di pubblica utilità per tutti…..

 

GIORNATA DELLA MEMORIA 2023

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Liliana è sopravvissuta a quell’orrore.
Ma per molti anni non è riuscita a parlarne. Quando è diventata nonna ha capito quanto fosse importante far conoscere tutta la verità su quanto le era accaduto…affinché la storia non si ripetesse.
Così ha cominciato a parlarne in tutte le scuole d’Italia, perché non era solo la sua storia ma riguardava l’intera umanità.

“Se comprendere è impossibile,
conoscere è necessario.
Perché ciò che è accaduto può ritornare.
Le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.”

♡ Primo Levi ♡

Chi vuole può ascoltare il racconto ⤵️⤵️

MATERA

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Capitale Europea della Cultura 2019

Famosa per i suoi storici rioni detti “Sassi” dove puoi inoltrarti, incantarti e scoprire qualcosa di nuovo ogni volta che ci vai. Un patrimonio culturale non indifferente, dichiarato dall’UNESCO nel 1993 patrimonio mondiale dell’umanità. Ovunque ti giri trovi un panorama che ti stupisce….non puoi non andare a visitarli!

Cos’è la cultura?

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La cultura, nel linguaggio di senso comune, è l’insieme di nozioni che l’uomo acquisisce attraverso lo studio o attraverso l’esperienza. In poche parole, la cultura è associata all’erudizione: “è colto colui che sa”

Però, è anche vero, che il concetto di cultura ha subito delle modificazioni nel tempo. Oggi non viene, semplicemente, considerato colto colui che sa, ma colui che riesce a interpretare in modo profondo e originale tutto quello che ha a disposizione. Quindi è grazie a questa personale “manipolazione” che, ognuno di noi, si costruisce una propria personalità intellettuale, morale ed estetica.

In realtà, secondo l’antropologia culturale, ha un significato che va ben oltre il senso comune ed il possesso individuale di un’erudizione più o meno rielaborata. Il concetto di cultura risulta essere, indubbiamente, quello più discusso e controverso nella storia del pensiero antropologico. Ne sono state elaborate innumerevoli definizioni, ma la prima definizione in senso antropologico del concetto è stata delineata nel 1871 dall’antropologo evoluzionista Edward Burnett Tylor che così definisce : “La cultura o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità o abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”. La definizione di Tylor è il punto di riferimento classico dell’antropologia culturale. Punto di riferimento cronologico, perché il 1871 è la data di nascita della disciplina; punto di riferimento logico, perché quella definizione si offre a precisazioni, riformulazioni, ampliamenti o restringimenti. L’espressione “insieme complesso” sottolinea uno degli aspetti più importanti della definizione tyloriana: il mescolare. Il costume è messo insieme alla conoscenza, all’arte, alla morale ecc. e il “qualsiasi altra capacità…” spiega qual è l’elemento che le parti della cultura hanno in comune e giustifica il mescolamento: come il costume, la conoscenza, il diritto ecc. che non vengono trasmessi geneticamente ma acquisiti socialmente. La definizione supera la separazione in classi, ceti o strati sociali; la cultura non emerge da alcuni ambiti esclusivi di attività intellettuale, propri di alcuni ceti sociali, e neppure, ampliando il concetto, è appannaggio esclusivo di alcune società, in opposizione a quelle che, proprio perché ritenute prive di cultura, venivano relegate all’ambito della natura, erano cioè società selvagge. Essa, “intesa nel suo ampio senso etnografico” accomuna tutte le società umane (così come tutti i livelli interni a una società). Questa accezione apre la via alla riflessione antropologica: perché sancisce che la cultura è una caratteristica dell’uomo sociale in quanto tale, quale che sia il luogo in cui si trova e il modo in cui si è organizzato. La cultura è qui, da noi, come in qualsiasi altro luogo, presso gli altri. Da ciò deriva l’importanza del viaggio etnografico, del viaggio verso forme diverse di cultura.

La concezione pragmatica, invece, presenta la cultura come formazione individuale, volta all’esercizio di acquisizione di conoscenze “pratiche”. In tale accezione essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta.

La concezione metafisica, al contrario, presenta la cultura come un processo di sedimentazione dell’insieme patrimoniale delle esperienze condivise da ciascuno dei membri, delle relative società di appartenenza, dei codici comportamentali condivisi, del senso etico del fine collettivo, e di una visione identitaria storicamente determinata, come espressione ecosistemica di una tra le multiformi varietà di gruppi umani e civiltà nel mondo. Concerne sia l’individuo, che i grandi gruppi umani, di cui egli è parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al singolare, riconoscendosi ciascun individuo quale membro “di diritto”, del gruppo etno-culturale di appartenenza etno-identitaria, nonché nel “patto di adesione sociale” e nelle sue regole etiche ed istituzionali volte al fine della “autoconservazione” del gruppo etnico stesso.

La concezione di senso comune è, inoltre, il potere intellettuale o “status”, che vede la cultura come luogo privilegiato dei “saperi” locali e globali, tipico, delle istituzioni “superiori”, come le “conoscenze specializzate”, la politica, l’arte, l’informazione, l’interpretazione storica degli eventi, ma anche l’influenza sui fenomeni di costume, e sugli orientamenti, delle diverse popolazioni, fino a livelli di misura planetaria.

La concezione di tipo istituzionale, infine, vede la cultura come strumento di formazione di base e di preparazione al lavoro nell’ordine di una società economica, meritocratica e delle competenze remunerabili.

Mi ha colpito, nel mio “vagare culturale”, una citazione di un papà:

Ho sognato di chiedere a mia figlia di disegnare la cultura e lei ha disegnato una giostra con tanti bambini. Io, che invece avrei disegnato un’immensa libreria, le ho chiesto perché, lei mi ha risposto “Babbo, sei tu che dici che la cultura è quella magia che ci fa stare tutti insieme!”

Forse l’innocenza infantile è in grado di vedere oltre, dove la mente di un adulto non riesce ad arrivare.

Anche questa è cultura!

“Liberamente tratto da varie fonti”