Carnevale: qual è il significato?

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Con il termine “Carnevale” si intende il periodo che intercorre tra il 17 Gennaio ed il 1° giorno di Quaresima, anche se il periodo può variare da regione a regione, infatti da alcune parti ha inizio dopo la Candelora, ovvero il 2 Febbraio. Comunque la conclusione è uguale per tutti e coincide con il martedì grasso, che precede il mercoledì delle ceneri, primo giorno di Quaresima. Ma se per molti il periodo di Carnevale si basa esclusivamente di feste in maschere, divertimenti e sfilate con carri allegorici e cose del genere, per i cattolici praticanti rimane un periodo di preghiera seguito da digiuno e penitenza

L’etimologia del termine “carnevale” risale quindi con ogni probabilità al latino “carnem levare”, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, sino al “giovedì santo” prima della Pasqua, con specifico riferimento al banchetto d’addio alla carne che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso.

In poche parole il Carnevale è una festa molto divertente soprattutto per i bambini, ma quando si tratta di tradizioni locali da onorare, anche gli adulti non si tirano indietro e sono pronti a mascherarsi e a festeggiare.

Il Carnevale oggi si inserisce nella tradizione cattolica ma le sue origini vanno molto più indietro nel tempo.

Una delle teorie più diffuse è quella che fa coincidere la nascita del Carnevale al tempo degli Antichi Romani. In particolare a Roma, come pure nelle altre province dell’Impero Romano, durante i festeggiamenti dei Saturnali era previsto l’utilizzo di maschere. Infatti queste feste popolari celebrate in onore del dio Saturno prevedevano lauti banchetti a cui prendevano parte tutti, sia nobili che poveri. Vi era un vero e proprio rovesciamento delle classi sociali, favorito anche da maschere che impedivano il riconoscimento delle persone, che quindi si lasciavano andare a qualsiasi genere di sfrenatezza. Secondo queste teorie le origini del Carnevale italiano risalirebbero proprio a questo periodo, e questi riti sarebbero sopravvissuti fino al Medioevo. La Chiesa però pose un forte limite a queste usanze, ed il culmine della festa veniva raggiunto con il rogo di un fantoccio che rappresentava i mali dell’anno appena trascorso.
La storia del Carnevale rivela dunque che il Martedì Grasso avesse un significato ben diverso da quello che gli attribuiamo oggi, che lo associamo ad una festività religiosa.

Pertanto il significato del Carnevale richiamava il ‘mondo alla rovescia’ dove almeno per un breve periodo il valore delle gerarchie sociali veniva abbandonato e ci si lasciava andare allo scherzo. Il Carnevale dal punto di vista storico viene considerato come un periodo di festa e di rinnovamento. Secondo il calendario dell’antica Roma, il periodo che oggi noi dedichiamo al Carnevale poteva coincidere con la fine o con l’inizio dell’anno. Tenete conto che la storia del festeggiamento del Carnevale in Italia è molto antica. Si parla del Quattrocento e del Cinquecento come secoli per cui già si hanno delle testimonianze della festa del Carnevale in alcune città italiane.

Il carnevale è senza dubbio la festa più pazza e variopinta dell’anno, dove tutto è permesso e dove il gioco, lo scherzo e la finzione diventano, per un po’, una regola. Si tratta di una delle ricorrenze più diffuse e popolari del mondo, basti pensare all’immensa notorietà di cui godono eventi come il Carnevale di Rio o quello di Venezia che non mancano di attirare milioni di turisti.

Inutile dire che i festeggiamenti del carnevale, soprattutto in Italia, sono molteplici e affondano le loro radici nei secoli: Viareggio, Cento, Satriano, Acireale, Fano, Putignano, Verona, Striano sono solo alcune delle tradizionali rassegne carnevalesche oggi considerate fra le più importanti del mondo, ognuna con i suoi peculiari ed inimitabili riti.
Il Carnevale di Venezia, di gran lunga il più popolare nel mondo, è quello che possiede le origini più antiche: un documento originale datato 1094 fa menzione di un “pubblico spettacolo” nel periodo pre-quaresimale per le strade della città e la festa venne formalmente istituita dal Doge nel 1296. Dopo 800 anni di storia, il carnevale fu vietato da Napoleone nel 1797 dopo la sua occupazione armata della città perché giudicato “sovversivo” e fu “riportato alla luce” solo nel 1979

Secondo la storia del Carnevale le maschere italiane rappresentano vizi e virtù del popolo, ma anche della classe borghese e nobile. Il significato delle maschere tradizionali varia per ciascun personaggio. Ecco quali sono le maschere italiane più famose che ci sono state tramandate dalla lunga tradizione teatrale e letteraria delle Commedia dell’arte:

  • ARLECCHINO è la celebre maschera lombarda, la cui madre, poverissima, gli cucì il tradizionale costume con scampoli di vari colori. Le sue doti caratteristiche sono l’agilità, la vivacità e la battuta pronta.
  • PULCINELLA è la maschera più antica della tradizione italiana, e la sua nascita coincide con le origini del Carnevale. Questa maschera era già conosciuta ai tempi dei Romani, ma sparì con l’arrivo del Cristianesimo. La maschera di Pulcinella è risorta nel ‘500 con la Commedia dell’arte, e le sue caratteristiche principali sono la sobrietà dei movimenti, e l’arguzia delle battute, sempre secche e mordenti.
  • Anche la maschera di COLOMBINA è molto antica, come testimoniano le commedie di Plauto, dove non manca mai l’ancella furba e maliziosa pronta ad aiutare la sua padrona.
  • GIANDUJA è la maschera piemontese che incarna il galantuomo di spirito buono, cui piace il vino, l’allegria e di cui è proverbiale la distrazione. Questa maschera nasce nel 1700 con la Commedia dell’arte.
  • Tra le maschere di Carnevale veneziane, quella di PANTALONE è famosa: è un uomo avanti con l’età, avaro e diffidente, sempre pronto a giudicare ed incurante degli affari degli altri.
  • Incerte sono le origini della maschera milanese di MENEGHINO: secondo alcuni risalente agli Antichi Romani, come Colombina, secondo altri alla Commedia dell’arte del ‘600. Meneghino rappresenta il servitore rozzo ma di animo buono, pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà, come pure a deridere i difetti dei nobili.

Con il Martedì Grasso, si ha la chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi e, quindi, la fine della settimana dei sette giorni grassi, chiamati così perché durante le feste si consumavano cibi grassi. Secondo la storia del Carnevale, con l’avvicinarsi della fine del periodo di settuagesima, la Chiesa raccomandava che il giorno dopo il martedì grasso, cioè il Mercoledì delle Ceneri, venisse rispettato il digiuno e l’astinenza previsti per l’inizio della Quaresima. Infatti. In questo ultimo giorno di Carnevale si potevano gustare i tipici dolci e festeggiare prima del lungo periodo di preghiera: per quaranta giorni non era concesso alcun divertimento e bisognava rispettare una lunga astinenza dalle carni con prolungati digiuni

 

Carnevale: qual è il significato?ultima modifica: 2018-02-12T17:00:28+01:00da rosanotaro
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